Nuove Tendenze: fidelizzare, informare, riciclare
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La ripresa economica, che ha interessato sensibilmente gli ultimi mesi del 2017, influisce positivamente anche nel settore del packaging, strettamente legato alla crescita delle industrie manifatturiere.
Gli acquisti di materiale da imballaggio e confezionamento da parte delle aziende italiane nel 2017 sono aumentati del 2,3%, per un ammontare di 32,4 miliardi di euro.
Sempre più clienti b2b italiani scelgono packaging proveniente da riciclo, che ha registrato un +35% rispetto al 2016.
Il trend positivo per la crescita della produzione interna e delle esportazioni porterà questi valori ad aumentare ulteriormente nel biennio 2018/2019, rendendo la scelta e la gestione degli imballaggi una questione strategica nel bilancio aziendale.
Ma quali sono i trend attesi per il mondo dell’imballaggio nei prossimi mesi del 2018 e nel 2019?
Oggi packaging vuol dire molto più che proteggere beni per le spedizioni o lo stoccaggio: l’imballaggio è una parte precisa della catena produttiva di un’ impresa, che deve adattarsi ai canali di distribuzione e rafforzare l’immagine ed il potenziale commerciale di ciò che contiene, oltre a veicolare la mission e i valori dell’azienda in modo immediato e funzionale.
Usi eco pakaging e imballaggi riciclabili? Venderai di più!
Secondo Nielsen chi acquista un prodotto è sempre più attento ai materiali con cui questo è imballato, confezionato e spedito, privilegiando nella scelta i brand che impiegano packaging ecosostenibili.
Il 66% dei consumatori è infatti disposto a spendere di più per un oggetto con imballaggio ecologico e riciclabile mentre il 51% dei Millennials controlla le confezioni cercando indicazioni precise e simboli che certifichino la sostenibilità e la provenienza dei materiali che le costituiscono.
Il mercato sta quindi premiando, in termini di preferenze e fidelizzazione, le aziende che operano una scelta green e che riescono a comunicarla in modo chiaro e tracciabile, trasformandola in un valore aggiunto rispetto ai consumatori e ai competitor.
La crescente attenzione che la scuole e le istituzioni dedicano al tema del riciclo e del rispetto dell’ambiente fanno facilmente prevedere che questo trend sia destinato a crescere, soprattutto nelle giovani generazioni che, effettuando numerosi ordini on line, si confrontano con un imballaggio più voluminoso e articolato rispetto a chi acquistava nei negozi fisici.
Ciò impone alle aziende di conciliare le esigenze di stoccaggio e logistica legate alla gestione dell’ecommerce con la scelta di eco-imballaggi in cartone riciclato ed altri materiali sostenibili e non inquinanti.
Stampa su packaging: comunicare e informare per fidelizzare
L’imballaggio può essere un ottimo veicolo di informazioni: può raccontare in modo immediato molte notizie sul prodotto, sull’azienda e sull’origine e le proprietà del packaging stesso senza necessità di ulteriori supporti (brochure, fogli informativi, etc.).
Gli imballaggi brandizzati e personalizzati con i loghi aziendali sono un valido strumento di marketing per rendersi immediatamente riconoscibili ma il packaging può fare molto di più per comunicare e informare: sempre più aziende decidono di “vestire” scatole e confezioni con un abbigliamento grafico “ad hoc” , in linea con i valori e i contenuti di interesse dei loro consumatori.
Nulla è lasciato al caso: colori, forme, testi, immagini e icone che concorrono a trasformare un imballaggio in un potente mezzo di fidelizzazione, nel quale il consumatore può “ritrovarsi” ogni volta che acquista il prodotto. Importantissimo anche l’uso di marchi e certificazioni condivise a livello europeo o mondiale, come quelli specifici per il riciclo, o PEFC oppure l’EcoLabel dell’Unione Europea, che conferiscono credibilità e affidabilità al prodotto e al brand.
Abituatevi a considerare scatole e buste non come semplici contenitori ma come supporti per raccontare notizie e informazioni utili: fidelizzazione e soddisfazione dei consumatori ne risentiranno positivamente!
Spedizioni da e-commerce: il packaging si adegua al commercio on line
Con l’aumento degli ordini da negozi on line si è posto un problema di adeguamento degli imballaggi a questa nuova dinamica del mercato: la spedizione di prodotti già confezionati all’interno di ulteriori scatole postali non è più proponibile a causa dell’enorme massa di ordini effettuati che si trasforma quotidianamente in rifiuti.
Amazon è stata la prima a brevettare l’imballaggio “frustration-free” che, oltre a facilitare e velocizzare le operazioni di apertura da parte del consumatore, riduce la mole di rifiuti poiché l’oggetto è confezionato direttamente nel packaging adatto alla spedizione, senza ulteriori passaggi.
A questo nuovo standard si stanno adeguando tutte le aziende che fanno business con e-commerce o che effettuano numerose spedizioni ai clienti finali, migliorando l’esperienza utente e l’impatto ambientale.
Nella gestione dell’e-commerce, l’utilizzo di imballaggi con aperture facilitate va conciliato con le esigenze di un packaging massimamente funzionale, rapido da montare e con il minor ingombro possibile in magazzino: per questo motivo la ricerca di scatole e confezioni non può più essere considerato un aspetto marginale da chi esercita il commercio on line, ma una scelta strategica di competitività e immagine.
Riciclo totale: nuova vita agli imballaggi
Abbiamo già accennato sopra ai vantaggi di immagine per i brand che scelgono imballaggi sostenibili e la propensione dei consumatori a scegliere prodotti con confezioni eco-friendly, ma una delle tendenze crescenti è quella della riciclabilità a 360° di ogni parte del packaging.
Sono sempre più numerose infatti le aziende che non si limitano all’utilizzo di imballaggi solo parzialmente riciclabili ma scelgono scatole, buste e materiali da riempimento al 100% provenienti da materiali di riciclo e ancora completamente smaltibili per essere reimmessi nel circuito di utilizzo praticamente all’infinto.
Cresce anche l’impiego di materiali provenienti da fonti energetiche rinnovabili e cartone ricavato da foreste certificate PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), organo preposto al controllo del patrimonio boschivo del pianeta.
Il packaging “di scopo”
Ridurre l’impatto ambientale vuol dire anche scegliere un packaging adeguato al reale utilizzo dell’oggetto che contiene e all’iter di stoccaggio e trasporto che dovrà subire.
Le aziende dedicano sempre più attenzione al selezionare imballaggi più leggeri e contenuti per prodotti destinati alla vendita nei negozi fisici o alla consegna a mano, riducendo l’ingombro del pacchetto e sostituendo, ove possibile, la classica scatola in cartone con buste morbide in materiali plastici che possano comunque garantire resistenza, protezione e sicurezza antieffrazione.
Sul mercato è possibile reperire imballaggi specifici per pacchi che saranno esposti alle intemperie per periodi prolungati durante il trasporto e lo stoccaggio: sarebbe un inutile spreco dover sostituire con scatole nuove quelle danneggiate da sole e pioggia.
I prodotti sensibili alle variazioni termiche venivano confezionati in passato con la tecnica delle “scatole cinesi”, confidando che più strati di cartone avrebbero potuto isolare l’oggetto dagli agenti esterni: la moderna tecnologia offre imballaggi termici già dotati al loro interno di rivestimenti per spedizioni refrigerate o che necessitino di temperatura costante, ottimizzando i costi, i volumi e i tempi di confezionamento.
fonte: blog.ratioform.it
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